05 febbraio 2006

IL CANTO D'AMORE DI ALFRED PRUFROCK

Perhè già tutte le ho conosciute,conosciute tutte:
ho conosciuto le sere, le mattine, i pomeriggi,
ho misurato la mia vita con cucchiaini da caffè.
Conosco le voci che muoiono con un morente declino
sotto la musica giunta da una stanza più lontana.
Così, come potrei rischiare?
E ho conosciuto tutti gli occhi,conosciuti tutti:
gli occhi che ti fissano in una frase formulata,
e quando sono formulato,appuntato ad uno spillo,
quando sono trafitto da uno spillo e mi dibatto sul muro
come potrei allora cominciare
a sputar fuori tutti i mozziconi dei miei giorni e delle mie abitudini?
Come potrei rischiare?
E ho già conosciuto le braccia,conosciute tutte
le braccia ingioiellate e bianche e nude.
E' il profumo che vienee da un vestito
che mi fa divagare a questo modo?
Braccia appoggiate a un tavolo, o avvolte in uno scialle.
Potrei rischiare allora?
Come potrei cominciare?
...
Io non sono il Principe Amleto, nè ero destinato ad esserlo,
io sono un cortigiano,sono uno
utile forse a ingrossare un corteo,a dar l'avvio a una scene o due,
ad avvisare il principe; uno strumento facile di certo,
deferente, felice di mostrarsi utile,
prudente, cauto, meticoloso,
pieno di nobili sentenze, ma un po' ottuso;
talvolta in verità,quasi ridicolo,
e quasi a volte buffone.
(T.S.Eliot)